Monsignor Bashar Warda è un uomo sulla quarantina, dalla stretta di mano vigorosa e dallo sguardo diretto. Si capisce subito che è abituato a prendere decisioni. Quando ci accoglie nel suo ufficio nella erigenda università, l’arcivescovo caldeo di Erbil allarga le braccia e indica la struttura ancora in costruzione: “Forse a voi sembrerà strano edificare un’università in un Paese in guerra, ma io voglio combattere contro Isis con le armi della cultura”. Una posizione coraggiosa, in una città che è stata investita dall’ondata di sfollati in fuga dall’invasione dell’Isis.
Eppure monsignor Warda è determinato a far vivere il “respiro cattolico nella società”