Mentre in Siria ed Iraq lo Stato islamico sta subendo pesanti sconfitte, nell’isola di Mindanao, nelle Filippine del sud, le bandiere nere stanno avanzando, portando distruzione e terrore. Il terreno in queste zone è fertile. Da decenni, infatti, i ribelli musulmani richiedono l’autonomia da Manila.
Ma se prima la loro battaglia è stata condotta solo contro il governo, negli ultimi anni alcuni gruppi si sono avvicinati ai tagliagole jihadisti.
Con l’obiettivo di creare il primo Califfato nel sud-est asiatico, i miliziani del Maute ed Abu Sayyaf, considerati la costola filippina dell’ISIS, il 23 maggio scorso hanno avviato l’assedio della città di Marawi, capoluogo della provincia di Lanao del Sur. Oggi, dopo quasi cinque mesi di scontri e bombardamenti, l’esercito di Rodrigo Duterte non è riuscito ancora a riprendere completamente il controllo. Fino ad ora le violenze hanno causato la morte di oltre 700 persone e quasi 400mila sfollati.