MFP – Africa Moto Raid 2018

14.000 KM | 5 PAESI DELL’AFRICA AUSTRALE | 11 MOTO | 2 VAN | 16 PERSONE | 2 MESI DI VIAGGIO

L’impegnativo raid motociclistico è parte delle missioni di Moto For Peace, una ONLUS che opera da quasi 20 anni in tutto il mondo ed è composta da appartenenti alle Forze di Polizia nazionali e internazionali.

Africa australe, 19 aprile 2018
Inizia il nostro lungo viaggio nella terra africana attraverso il Sud Africa, la Namibia, l’Angola, lo Zambia, lo Zimbabwe e infine il Botswana. Ci attende un viaggio lungo quasi 14.000 km. L’obiettivo di Africa 2018 è andare a vedere con i propri occhi e portare un aiuto concreto ai molti missionari cattolici che operano in realtà afflitte dal problema della povertà, oltre che dall’instabilità sociale.
Due mesi di viaggio, da aprile a giugno 2018, percorrendo 5 paesi con 11 moto preparate per le strade africane.
16 persone, di cui 11 piloti, e altri a supporto della carovana.

“Il mio compito era documentare la missione e raccontare ciò che accade in questa parte di Africa. Dalle strade panoramiche del South Africa ai deserti della Namibia. Dallo sterrato, buche, polvere e fango dell’Angola all’immensa folgorante natura dello Zimbabwe e del Botswana. E in mezzo a questo mondo, loro: gli Uomini. Quelli Neri (a volte anche bianchi, per difetto o per natura), con le loro storie, i loro drammi, i loro immancabili sorrisi (…)”

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La missione di Motoforpeace si è conclusa da pochi giorni e, come sempre mi accade rientrando in Italia, mi prendo il giusto periodo di “vuoto”.
Una sorta di processo di decompressione: fissare i ricordi, sistemare gli appunti, comprendere a freddo ciò che mi è sfuggito, filtrare ciò che rimane.

Sono stati due mesi intensi, quasi 15mila km attraversando 5 stati dell’Africa australe, e per un periodo guidando la moto di Luis, spagnolo, ammalatosi di malaria in Zimbabwe (non finirò di ringraziarlo per la sua fiducia nell’avermela affidata…per un motociclista abbandonare la propria moto è la peggiore delle cose).

Sono stati due mesi dove ogni singolo giorno è durato 25h, per la fatica, per l’imprevisto, per le risa e per le tensioni, per la gente incontrata e le storie raccolte, per i compagni di viaggio (conosciuti in Africa per la prima volta) e le storie che ognuno di loro si portava addosso; qualcuno alla ricerca di risposte, altri in cerca di domande. Qualcuno curioso, qualcuno convinto. Per alcuni la prima volta, per altri un ripetersi.

Bernardo, Celes, Marco, Egidio, Luis, Valter, Davide, Alessio, Ecktar, Bert, Riccardo, Simone, Veronica, Elby, Simonetta, Carmine, Gabriele: 17 umani, tra uomini e donne, che hanno scelto di alzare il culo dal divano e venire in questo sud di mondo per vedere con i propri occhi.
Il mio compito era documentare, raccontare loro e raccontare ciò che accade in quella parte di Africa: dalle strade panoramiche del SouthAfrica ai deserti della Namibia, dallo sterrato, buche, polvere e fango dell’Angola all’immensa folgorante natura dello Zimbabwe e del Botswana.

E in mezzo questo mondo, loro: gli Uomini, quelli Neri (a volte anche bianchi, per difetto o per natura), le loro storie, i loro drammi, i loro immancabili sorrisi.