Reportage

Mganga Woodo

Mganga Woodo

Africa

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Health

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Religion

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Tradition

Namiungo Tanzania

Mganga Woodo, in lingua swahili, indica il medico woodo.
Ma per tutte le genti della foresta è semplicemente “o curandeiro” che in portoghese significa “il guaritore”, ma anche “ciarlatano”.
Figura molto venerata nelle comunità africane sub-sahariane, molto spesso è in forte conflitto con la medicina ufficiale africana o con i ministri dei culto religiosi monoteisti, creando di fatto un forte contrasto sociale, soprattutto per gli appartenenti ai gruppi della popolazione più deboli, poveri, o con scarsa alfabetizzazione. Tutti hanno timore del guaritore, e ancora oggi molti si affidano a lui per piccoli mali e grandi drammi. Non solo per curare il corpo ma, molto più frequentemente, per riequilibrare gli spiriti contro.

La profonda fiducia nella medicina tradizionale da parte delle popolazioni meno abbienti è in parte la causa dei suoi elevati costi. Ma per impostazione socio-culturale di gran parte dell’Africa rurale, come pure la facilità nel reperire i prodotti necessari presso i mercati locali, è prassi donare ogni avere e denaro al guaritore anche se questo non sarà in grado di condurre alla guarigione. Anche se innegabilmente alcune cure tradizionali sembrano avere efficacia contro la malaria, anemia falciforme, ipertensione e alcuni sintomi di AIDS, la maggior parte dei guaritori tradizionali apprendono la propria arte per esperienza diretta, per apprendistato, per sentito dire. E la formazione medica intesa come l’applicazione della conoscenza risulta molto spesso incoerente e incompleta. Il guaritore tradizionale, nonostante si riconosca in alcune pratiche cruente e senza alcun fondamento medico comprovato, viene considerato un elemento centrale nella cultura africana. Tanto che in alcune aree del continente, specie quelle più interne e di natura rurale, è la figura di riferimento e giudice indiscusso anche nelle questioni socio-politiche e gli viene riconosciuto il potere e l’autorevolezza date degli spiriti dei morti del quale ne è guardiano e portavoce. 

In riferimento a pratiche cruente e inumane, in Tanzania ad esempio, è ancora radicata la convinzione che una persona albina – le sue membra – disponga di magici poteri e di guarigione. Ed è così forte da generare una vera e propria caccia all’uomo allo scopo di vendere al mercato nero il loro sangue, le ossa, organi e ogni parte del suo corpo alimentando di fatto un giro di milioni di dollari.

All’Institute of Traditional Medicine Muhimbili University College of Health Sciences a Dar es Salaam – capitale amministrativa della Tanzania –, è stata affidata la responsabilità di fare ricerca sui sistemi di guarigione tradizionali in Tanzania. Anche per affrontare e cercare di risolvere l’atroce caccia alla popolazione albina e il plagio alle classi deboli. Nel 2001, l’Unione Africana ha dichiarato il periodo 2001-2010 come Decennio della Medicina Tradizionale Africana.

English

Mganga Woodo -the healer – is revered in many communities and the products of traditional medicine are widely available in local markets.
The deep trust in this kind of medicine it is partly due to the high costs of the mainstream medicine, partly to socio-cultural settings in rural Tanzania. But it is undeniable that sometimes it works.
Although some traditional cures appear to be effective against malaria, sickle-cell anaemia, hypertension and certain symptoms of AIDS, most of the traditional healers learn their art by experience, so the training (and therefore the application of the knowledge) is often inconsistent and incomplete.
The traditional healer is a central element in African culture and in certain areas of the continent they are by far more important than those of the modern medicine, even if – sometimes – their dictates follow a grim streak.
In Tanzania, for example, the belief that the body parts of an albino have healing and magical powers is so strong as to generate manhunts in order to resell bones and body parts for several hundred dollars.

In 2001, the African Union declared the period 2001–2010 as the Decade of African Traditional Medicine.
The Institute od Traditional Medicine Muhimbili University College of Health Sciences in Dar es Salaam is charged with the responsibility to research into traditional healing systems, in Tanzania, and face this situation.

Gabriele Orlini, ©All rights reserved
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