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El Sol de Mañana

El Sol de Mañana

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Buenos Aires Argentina

Villa 31 fu costruita nel 1930, è la più antica delle villas miserias presenti a Buenos Aires. Spazi di segregazione urbana. Barrios chiusi dentro la metropoli, nati a seguito delle prime migrazioni dall’interno del Paese e, soprattutto, dall’Europa all’inizio del XX secolo .Pur attraversando processi diversi, tra cui qualche sporadico tentativo di urbanizzazione o sradicamento, le villas sono oggi quartieri auto-costruiti, in gran parte privi di infrastrutture e servizi di base (strade, luce, acqua, un sistema di fognature..), spazi sempre più popolati dove la criminalità, le mafie locali e la droga trovano fertile terreno di espansione. L’attuale governo di centro-destra della metropoli, guidato dal conservatore Mauricio Macri (da autunno 2015), sotto direttiva nazionale kirchnerista ha finora represso con la violenza ogni tentativo di occupazione di terre da parte delle classi più povere. E proprio questa condizione di repressione e una crescente, quanto insoddisfatta, necessità abitativa hanno dato vita negli ultimi anni a un movimento di lotta per la casa che coinvolge in modo trasversale gli abitanti delle villas e i giovani della Ciudad.
El Sol de Mañana è l’incontro con le vite, gli odori, il fango, le speranze e le passioni di queste persone che vivono fagocitate da una metropoli che sembra non voler trovare spazio per loro.
È il sole di domani, radicato nel cuore degli argentini, per cui la Patria è la propria casa, il proprio barrio, la comunità a cui si appartiene.
E che con malinconica speranza affidano al domani quel che oggi ancora non hanno avuto.

Il progetto è stato realizzato all’interno della Villa 31, agglomerato urbano che confina a nord con lo storico ed elegante barrio di Retiro e a sud con il moderno e lussuoso Puerto Madero. Villa31 conta oggi una popolazione quantomai eterogenea di circa 60 mila persone composta non solo da immigrati clandestini ma anche dalle giovani coppie porteñe che non possono permettersi altra soluzione abitativa all’interno della metropoli.

Gabriele Orlini, ©All rights reserved
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