Kandapara Brothel
Novanta chilometri dalla capitale Dacca. Tre ore di macchina verso nord. Siamo a Kandapara, quartiere a luci rosse di Tangail. Una città nella città, fatta di baracche dove circa ottocento ragazze, tra droga e povertà, si vendono al miglior offerente. In Bangladesh la prostituzione è stata legalizzata nel 2000, ma ha origini molto più antiche. […]
Il finanziamento al terrorismo islamico
Solo nel 2015, secondo Abul Barkat, professore all’Università di Dacca e massimo esperto di economia e di fondamentalismo in Bangladesh… …i terroristi che combattono in nome dell’islam radicale avrebbero guadagnato 370 milioni di dollari. Ne parliamo su Gli occhi della guerra, nella quarta puntata del reportage realizzato nel Bangladesh.
Il luogo del massacro
Sadat Mehdi, il proprietario dell’Holey Artisan Bakery a Gulshan, la zona diplomatica della capitale del Bangladesh, è provato. Le indagini della polizia sono state appena chiuse e le autorità gli hanno riconsegnato le chiavi del ristorante. Siamo i primi giornalisti occidentali ad entrare nel luogo del massacro. Quello che è successo, non so come sia […]
Vivere con la paura
Siamoall’interno dell’orfanotrofio dei Padri Saveriani e a parlarci è Melecio Cuevas, giovane missionario messicano arrivato in Bangladesh da nove anni. “Dopo l’attentato dello scorso luglio a Dacca è cambiato tutto, abbiamo molta paura”. “Ad agosto un gruppo di persone è entrato nella nostra chiesa e ha messo all’aria tutto”. In quei giorni la tensione è […]
Cristiani senza diritti
Dopo i lunghi controlli all’ufficio visti riusciamo a uscire dall’aeroporto. L’aria è irrespirabile e i rumori sono fortissimi. Una marea di persone sosta nelle vicinanze. Alcune gridano, altre sono intente a caricare le valige dei viaggiatori. In sottofondo si sentono con insistenza i clacson delle auto e dei motorini. Siamo appena atterrati a Dacca, la […]
Satkhira’s orphanage
Con riguardo ma senza alcuna timidezza si avvicinò. Poteva avere otto, forse nove anni. Occhi grandi, neri. Occhi profondi, a tratti dolenti tanto da sembrare un uomo. Fissandomi disse qualcosa che io non capii, ma immaginai volesse sapere il mio nome. E glielo dissi in inglese, perché all’estero ho sempre avuto l’abitudine di dire il mio nome […]